Isaia 35:3-7; Salmo 89:18-29;
1 Cor. 13:1-13; Luca 18:31-43
Grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre celeste, e dal Signore Gesù Cristo.
Il sermone di oggi è basato sul vangelo di Luca 18:31-43:
"31 Poi prese con sé i dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e tutte le cose scritte dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compiranno. 32 Egli infatti sarà consegnato in mano dei gentili, sarà schernito e oltraggiato e gli sarà sputato addosso. 33 E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà». 34 Ma essi non compresero nulla di tutto ciò: questo parlare era per loro oscuro e non capivano le cose che erano state loro dette.
35 Ora, come egli si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada, mendicando; 36 sentendo passare la folla, domandò che cosa fosse; 37 gli risposero che stava passando Gesù, il Nazareno. 38 Allora egli gridò, dicendo: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me». 39 Quelli che camminavano davanti lo sgridavano perché tacesse, ma lui gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me». 40 Allora Gesù, fermatosi, ordinò che gli fosse condotto e, quando gli fu vicino, lo interrogò, 41 dicendo: «Cosa vuoi che io ti faccia?». Ed egli disse: «Signore, che io recuperi la vista». 42 E Gesù gli disse: «Recupera la vista; la tua fede ti ha guarito». 43 All'istante egli recuperò la vista e lo seguiva glorificando Dio; e tutto il popolo, vedendo questo, diede lode a Dio."
Il testo comincia con l’annuncio ai discepoli degli avvenimenti che stavano per succedere a Gerusalemme durante la Settimana Santa. I vangeli registrano tre volte in cui il Signore Gesù anticipa ai discepoli quegli eventi. Questa era la terza volta che lo stava facendo (le altre due in Luca: 9:22; 9:43-45). E sappiamo che le parole annunciate da Gesù, e scritte dai profeti ancora secoli prima, sarebbero state poi confermate nei fatti. Il Signore aveva rivelato ai profeti il modo in cui stava per dimostrare al mondo tutto il Suo amore, tutta la sua pietà per il mondo intero. “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti, non temete!». Ecco il vostro DIO verrà con la vendetta e la retribuzione di DIO; verrà egli stesso a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi” (Isa 35:4-5) etc. Miracoli che chiaramente segnalavano al popolo di Israele il compimento delle antiche profezie sul Messia che doveva venire. Così come avevano già profetizzato a suo tempo i profeti dell’Antico Testamento, ora il proprio Messia lo stava ripetendo ai discepoli davanti a loro.
Ma i discepoli non
l’hanno capito. Di nuovo. Continuavano a pensare al Regno di Dio
come a un regno terreno, politico. Pensavano al Messia come a un re o
a un imperatore come gli altri, che avrebbe liberato Israele con la
forza, non con la croce. Non con la propria morte.
Ma voleva Gesù che
loro lo capissero e credessero in Lui? La prima, la seconda e la
terza volta? Che credessero agli eventi centrali del Santo Evangelo,
che stavano per succedere? Certo che sì! e Il Signore Gesù vorrebbe
che tutti credessero in Lui.
Ma solo dopo la
Pentecoste i discepoli hanno capito ciò che Gesù aveva detto a
loro riguardo alla sua morte e resurrezione. La vera fede ci viene
data per pura grazia di Dio. Ci vuole pazienza con chi fa fatica
nella fede a vedere le cose come le vede il nostro Signore. Pazienza
come quella di Gesù.
Dunque, chi era
veramente cieco tra quelli che compaiono in questo racconto? Tra la
folla, i discepoli, e il mendicante?
L’uomo cieco del
vangelo di oggi aveva un nome. Il testo in Marco, parallelo a quello
di Luca, ci dice che si chiamava Bartimeo, il cieco. Nel tempo di
Gesù e dei discepoli, se uno fosse nato con una grave disabilità
come quella di Bartimeo, purtroppo non erano previste agevolazioni o
garanzie a livello di assistenza o lavoro. Queste persone finivano
quasi sicuramente per strada, a mendicare. Non c’era cura per le
loro disabilità. Dovevano quindi vivere dalla pietà degli altri,
dalle elemosine della gente che passava per strada. Se era possibile,
la gente se ne stava lontano. Li consideravano un disturbo.
Ma c’era anche
chi faceva l’elemosina per farsi vedere agli altri, per dimostrare
a loro stessi che erano buoni e generosi, per guadagnarsi per così
dire un buon merito, per potersi vantare di aver fatto qualcosa di
buono a qualcuno, insomma, per giustificarsi con le proprie opere.
I mendicanti, per
poter ricevere qualche moneta, dovevano gridare. Alzavano la voce per
chiedere pietà alla gente, per suscitare misericordia ai passanti.
Alla gente normalmente non piaceva avvicinarsi ai mendicanti. E
cercavano anche di farli abbassare la voce.
Quel giorno, quando
hanno sentito le grida di Bartimeo, la gente ha cercato di farlo
tacere. L’hanno rimproverato in modo poco sottile, anzi in modo
molto duro. Avevano davanti Gesù, potente nei miracoli, e non
pensavano che ci fosse spazio per uno come Bartimeo. Non volevano uno
come lui, un ricordo vivente della miseria umana. Volevano vedere il
potere del nuovo profeta, uno di quelli di cui parlavano le antiche
Scritture. Il testo ci dice che “Quelli che camminavano davanti lo
sgridavano perché tacesse.” Forse gli dicevano “Zitto, stai
zitto!” Non ti suona familiare? Non ti è mai capitato? Non ti è
mai successo di avere l’opportunità di condividere l’amore di
Dio in Cristo con qualcuno, ma qualcosa ti interrompe, qualcuno ride
di te, ti offende o ti tratta da stupido? Oppure quando vuoi pregare
per qualcuno, o per qualcosa di importante, ma ti fermi perché pensi
che, in fondo, non ne vale neanche la pena. Perché mi avrebbe
ascoltato Dio? Chi sono io, alla fine? Non era poi così importante
ciò che volevo chiedergli…
In molti sensi,
siamo anche noi nella miseria, come Bartimeo. Abbiamo anche noi
bisogno della misericordia degli altri, ma specialmente della pietà
divina. Confessiamo anche noi, all’inizio della Liturgia, di essere
peccatori, cioè miserabilmente concepiti e nati nel peccato, e ogni
giorno bisognosi dell’immensa pietà di Dio.
Ecco perché il
cieco Bartimeo alza la voce, al di sopra di coloro che cercano di
azzittirlo. Lui pregava Cristo, con la voce sempre più forte:
‘Figlio di Davide, abbi pietà di me!’ Bartimeo non si ferma
davanti alla difficoltà di essere ascoltato. Lui sa di dover
insistere, e sa che la sua voce non è spesa in vano.
Perché? Come fa ad
associare il titolo messianico “Figlio di Davide” con Gesù di
Nazaret? Come fa poi a chiedergli “Signore, che io recuperi la
vista”? Sarebbe giusto fare una tale richiesta, se Gesù non fosse
altro che un bravo maestro? Un uomo di gran virtù, soltanto un
esempio per noi? O anche se fosse un medico, con delle doti speciali
di cura, mai e poi mai si era sentito parlare di qualcuno che
riuscisse a dare la vista a uno cieco dalla nascita. Allora, cosa
significa? A chi pensava di rivolgersi, quel mendicante cieco? Cosa
sapeva lui? Cosa vedeva lui in Gesù, che agli altri rimaneva
nascosto, come se fossero loro i veri ciechi?
Bartimeo sapeva di
trovarsi davanti a Dio onnipotente, l’Altissimo Dio incarnato,
Colui al quale nulla è impossibile. Lui aveva ascoltato le antiche
profezie che riguardavano il Messia. Aveva sentito i testi di Isaia e
i Salmi, che anticipavano l’arrivo del Messia, il discendente di re
Davide che doveva regnare per sempre, e che avrebbe aperto le
orecchie ai sordi e gli occhi ai ciechi, come lui stesso. Lui credeva
nella Parola di Dio. Ecco come faceva a vedere la verità, la vera
identità di Gesù di Nazaret. Lui credeva nella Parola di Dio.
Perché è lì, nella Sua Parola, che il Signore si rivela l’Iddio
di ogni pietà e misericordia. È nella Sua parola che Dio rivela di
voler regnare su di noi, che crediamo in Gesù, cioè regnare su di
noi con il Suo perdono. È la Sua Parola che comanda e stimola a
pregarlo sempre e con fiducia per tutti i nostri bisogni.
Se Cristo ha voluto
fermarsi e accogliere la preghiera di Bartimeo in quella occasione,
perché non dovresti fidare anche tu oggi della Sua volontà di
ascoltarti? Perché non dovresti anche tu sperare nella Sua pietà,
così chiaramente manifestata e dimostrata? Fidati, Gesù Cristo
ancora oggi è lo stesso, vero Dio Onnipotente e vero uomo, che
conosce le nostre difficoltà e fragilità, e che ci invita a
rivolgerci fiduciosi a Suo Padre come vere figlie e figli Suoi.
Purtroppo tanti
tralasciano queste promesse, queste verità così chiaramente esposte
nella Parola di Dio. Loro ignorano i comandamenti di rivolgerci
soltanto al vero Dio in preghiera e in fiducia, e pregano ai santi,
cioè ai credenti in Gesù che si trovano ormai in paradiso con
Cristo. Ma da nessuna parte la Bibbia ci insegna a pregare loro.
Anzi, ci sono diversi esempi negativi al riguardo – esempi che ci
sono stati lasciati di ciò che NON si dovrebbe fare. Il vero Dio è
uno, è unico, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ed è geloso
della Sua esclusività come Dio, come l’unico degno delle nostre
preghiere.
Ci sono più
racconti che ci insegnano la virtù di insistere con il Signore Gesù
in preghiera. Ed è perché lo vediamo così com’è, il Figlio di
Dio e Figlio di Davide, che ci rivolgiamo a Lui soltanto e non ad
altri.
Perché soltanto il
Signore Gesù si rivela nelle Sacre Scritture l’Iddio di ogni pietà
e misericordia, che regna con il suo perdono su tutti coloro che
credono nel Suo nome, gli danno ascolto e lo pregano in fiducia.
E semmai dovessero cercare di ostacolarvi nella vostra lode e nelle vostre preghiere, ricordatevi della perseveranza di Bartimeo, e della misericordia che il Signore Gesù gli ha dimostrato. Lui sapeva che anche questa profezia si era già avverata con Cristo incarnato (Is 35:4):
Fortificate le mani infiacchite, rendete ferme le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: ‘Siate forti, non temete!’ Ecco il vostro Dio verrà con la vendetta e la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi.
È già pieno
d’acqua il deserto, e la vita è già tornata ai luoghi aridi, dove
il seme della Parola di Dio germoglia in vita eterna.
Nel nome di Gesù.
Amen.
Luiz R. Lange - 19/Feb/2023
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